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Su, coraggio.

WeAreNext 05/2023

Di Francesco Marzola

1 Giu - 3 min lettura

E alla fine anche maggio ha una fine. Ma soprattutto un inizio.

 

E che inizio. Come diceva un grande pensatore contemporaneo: “primo maggio: su, coraggio”.

 

Di coraggio ce ne vuole tanto quando sei un lavoratore e vivi a Roma: una città in cui muoversi diventa sempre più complicato.

 

Ogni giorno, centinaia di migliaia di persone che si spostano contemporaneamente. Mentre altre centinaia di migliaia vanno nel verso opposto. Centinaia e centinaia di auto che praticamente stanno ferme.

 

Tutti rigorosamente incazzati.

 

E tu sei lì, nel bel mezzo del caos. Che ti poni sempre la stessa domanda: ma n’do vanno tutti?

 

Ecco. Questo è il punto: tutti chi?

 

Immagina di guardare questa scena dall’alto: ti accorgi che tutti sei anche tu? Il traffico sei tu.

 

Qualcuno potrebbe dire che il problema reale sta nel fatto che siamo sempre di più, che è colpa del progresso, del mondo che sta cambiando.

 

***inizio momento amarcord

 

Una ventina di anni fa trascorrevo le estati nel paese dei miei nonni. Ricordo una mattina in cui nonno Giovanni, seduto su una panchina di legno nella piazza del castello medioevale, mi disse “Un tempo laggiù era tutta campagna… e c’era pure un laghetto.” Mi raccontò anche che, quando marinava la scuola, ci andava a fare il bagno.

 

Sinceramente, non ho mai dato peso a questa cosa. Io quel laghetto non l’ho mai visto. Da quando ne ho memoria, c’è sempre stata una mezza fabbrica di non so bene cosa, forse fanno robe ortopediche.

 

E non ho mai pensato che un giorno sarebbe toccato a me parlare come mio nonno Giovanni.

 

***fine momento amarcord

 

Oggi, per la prima volta ho l’impressione che il mondo stia cambiando veramente.

 

La Shifting Baseline Syndrome (Sindrome dello spostamento del punto di riferimento) è una sensazione che ci rende ciechi di fronte ai cambiamenti ambientali a lungo termine. Nonostante l’ambiente peggiori decennio dopo decennio, tendiamo a non far nulla per risolvere la situazione poiché tutto ci sembra normale.

 

In altre parole, intrappolati nelle nostre vite sempre più urbane, fermi nel traffico a guardare centinaia di migliaia di automobilisti furiosi fermi anche loro, perdiamo la consapevolezza di come il pianeta intorno a noi stia effettivamente cambiando.

 

E ciò che noi oggi consideriamo natura incontaminata sarebbe stato visto dai nostri antenati come irrimediabilmente degradato.

 

Cosi come ciò che noi vediamo come degradato, i nostri nipoti potrebbero vederlo un domani come naturale.

 

Per questo siamo la prima Digital Farm d’Italia.

 

 

Bello di nonno, una volta laggiù c’era una mezza fabbrica di non so bene cosa. Forse facevano robe ortopediche.

 

 

N.B. Le immagini del traffico romano e del nonno del futuro utilizzate sopra, sono frutto di un sapiente utilizzo dell’intelligenza artificiale da parte del nostro Picchiaranji.