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Chi ben comincia…

WeAreNext 06/2023

occhiali

Di Francesco Marzola

30 Giu - 3 min lettura

La prima metà dell’anno è andata.

 

Eh già. Sei mesi volati in fretta, che nemmeno il tempo di rendersene conto. Un po’ come quando cerchi gli occhiali in giro per casa e poi ti accorgi di averli sul naso. Per un tot di tempo non li senti, non ne sei più consapevole. Ci vedi bene anche da vicino e stop. È come se non ci fossero. Eppure stanno lì.

 

Sono sempre stati lì.

Questo accade perché il nostro cervello cerca continuamente di ottimizzare risorse ed energie.

 

In effetti, a pensarci bene non c’è un gran bisogno di mantenere un focus attivo sugli occhiali che hai sul naso: semplicemente stanno sul tuo naso.

 

E non si muovono. Quindi ad un certo punto non essere più presbite è diventata una normalità. Così il quartier generale ha dato ordine di virare la nostra attenzione su altro.

 

Ebbene, funzioniamo esattamente così.

Maledettamente così.

 

Siamo esseri umani, tendiamo all’abitudine.

Ci affezioniamo ai luoghi. Ci leghiamo alle routine e alle nostre normalità. O a ciò che percepiamo come tale. 

 

Questo è il motivo per cui spesso temiamo i cambiamenti, è il perchè siamo diffidenti verso ciò che è estraneo o diverso. E per lo stesso motivo cerchiamo costantemente di appartenere a un gruppo di riferimento. Di far parte di una normalità. 

 

Eppure le diversità e le caratteristiche “anormali” sono ciò che veramente ci rende migliori. E unici. 

 

 

***inizio momento repertorio

 

Scrivendo di anormalità mi è venuto in mente un vecchio video visto anni fa (ma c’è voluto poco per ritrovarlo) in cui Pasolini intervista Ungaretti: un capolavoro. Lo trovi QUI

 

***fine momento repertorio

 

 

Le connessioni più autentiche si creano solo quando ci mostriamo con le nostre imperfezioni. Quando accettiamo le nostre differenze. 

 

bird

 

Categorie come il bene e il male, il bello e il brutto, il giusto e lo sbagliato sono assolutamente relative. Dipendono indissolubilmente dalla cultura e dal contesto storico in cui ci troviamo.

 

E ovunque ci troveremo mai, qualunque sarà la cultura di quel tempo e luogo, la nostra unica certezza può essere che niente è normale. 

 

Nessuno è normale. 
Pensa che io nemmeno li porto gli occhiali.

 

 

 

 

N.B. L’immagine della signora con gli occhiali sul naso è frutto di un già sapiente ma ormai anche velocissimo utilizzo dell’intelligenza artificiale da parte del nostro Picchio.