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WeAreNext 04/2025
La creatività non richiede più fatica, né attesa.
Non devi nemmeno pensarla davvero.
Ti basta immaginarla vagamente e affidarti a un prompt.
Il risultato sarà verosimilmente bello, verosimilmente credibile.
In questi mesi, però, abbiamo assistito a un fenomeno ancora più interessante: contenuti generati in massa, condivisi ovunque, più veloci della verifica, più belli della verità.
Persino le notizie sembrano scritte prima che accadano, e ogni immagine, ogni parola, può sembrare parte di una narrazione preconfezionata, anche quando non lo è.
Chi lavora con la creatività, la tecnologia, i contenuti, questo lo sa bene.
Eppure anche noi abbiamo iniziato a dubitare persino di ciò che vediamo con i nostri occhi. Non perché siamo ingenui, ma perché oggi tutto può sembrare reale.
E se tutto può sembrare reale, allora tutto è sospettabile.
L’Intelligenza Artificiale può creare qualsiasi cosa, ma può anche svuotare tutto.
Non nel senso apocalittico, ma in quello più sottile e insidioso: può dare forma perfetta a qualcosa che non ha nessuna profondità. O peggio, può diventare un alibi per non credere più a niente.
E allora ci siamo fermati a riflettere.
Se tutto è generabile, se ogni idea è immediatamente rappresentabile, che valore ha ancora la forma?
Non è più il tempo della bella idea.
Non basta un design che “spacca”.
Non serve un’interfaccia solo “cool”.
Il valore sta nella scelta, sta nel perché, nella direzione che diamo a ciò che creiamo e nel coraggio di decidere cosa merita davvero di essere detto, progettato, condiviso.
Perché oggi la bellezza si ottiene in un click.
Ma la verità richiede metodo, attenzione, responsabilità.
E così, mentre la tecnologia accelera, noi dovremmo fermarci un attimo a pensare dove vogliamo andare.