Elon Musk non è certo famoso per la sua prevedibilità. Eppure – e lo diciamo senza presunzione – quest’ultima sortita noi l’avevamo ampiamente prevista. D’altronde, i proclami roboanti sul futuro di Twitter sono stati tanti e l’acquisizione stessa era stata motivata da un obiettivo ambizioso.
La giornata di oggi costituisce un leggendario turning point per la storia di Twitter.
Eppure, l’idea di dare un nuovo volto al social dell’uccellino aveva già preso forma e concretezza lo scorso aprile, quando Musk lo aveva sostituito con il cane Shiba Inu, simbolo della criptovaluta Dogecoin. Una scelta, quest’ultima, al limite dell’allucinazione, in quanto il cane in questione è un icona meme del web e la valuta stessa utilizzò quell’adorabile musetto con il solo obiettivo di prendersi gioco degli altri big del settore, come Bitcoin.
Allo stesso modo, la scelta di Musk sembrò posizionarsi a metà strada fra la farsa e un gioco di potere.
Chi, se non una persona con il potere di Elon Musk, avrebbe potuto decidere di modificare lo storico logo di un altrettanto storico social network in modo così surreale e plateale?
Oggi, invece, si fa sul serio, perché Musk ha deciso di cambiare tutto definitivamente.
Ma cosa sta succedendo a Twitter? Risposta breve: molto più di un semplice cambio di logo e nome.
Per la risposta lunga, invece, partiamo da una delle beffe più clamorose del web che forse può aiutarci a capire se l’uccellino meritasse una fine migliore, o se questa costituisca il miglior addio che potesse aspettarsi.
Una causa da 258 miliardi di dollari
Nel giugno del 2022, Musk fu oggetto di una causa intentata nel Tribunale Distrettuale degli Stati Uniti.
L’accusa? Quella di aver usato il ruolo di “uomo più ricco del mondo” per gestire e manipolare lo schema piramidale di Dogecoin attraverso svariate dichiarazioni pubbliche e di aver fatto crescere la valuta di oltre il 36.000% in 2 anni, per poi lasciarla schiantare”.
A marzo gli avvocati di Musk hanno chiesto l’archiviazione di questa causa da 258 miliardi di dollari. Solo 4 giorni dopo, però, l’uomo più ricco del mondo ha cambiato il logo di Twitter con il cane di Dogecoin.
Ricapitoliamo: un cane (che di fatto è un meme beffardo), al posto dell’uccellino azzurro che tutti conosciamo.
Definirla una semplice provocazione sarebbe riduttivo, dal momento in cui il titolo ha registrato – di nuovo – una clamorosa impennata.
Insomma: Elon Musk è senza freni. E non sembra essere particolarmente affezionato al caro vecchio uccellino azzurro.
Ieri, infatti, Musk ha iniziato a prepararsi di nuovo per l’ennesimo tiro a volo.
Oggi Twitter cambia per davvero
Ormai è definitivo: il social network di notizie e microblogging che conosciamo è morto. Dalle sue ceneri è nato X, che con l’uccellino azzurro non ha più nulla a che fare.
Lo ha annunciato ieri lo stesso Elon Musk, dopo aver disseminato una serie di (ormai ex) cinguettii sulla sua piattaforma. Quello di domenica 23 luglio, comunicato con il classico stile del patron di Tesla, è un tweet disarmante per la semplicità ma stravolgente nei contenuti.
Eppure, come abbiamo detto all’inizio dell’articolo, non c’era da sorprendersi molto. Elon Musk, infatti, aveva già cambiato la ragione sociale dello storico social in X Corp. Inoltre, aveva anche palesato la sua idea di creare una “super app”, sulla falsa riga della cinese WeChat che incorpora una quantità infinita di servizi.
Il rebrand – e la sua comunicazione – è ultra personalizzante ed egoriferito. Dopotutto, la X compare già in altri suoi progetti (Space X e Model X di Tesla) e antiche glorie del suo passato (come X.com, oggi conosciuta come PayPal), per non parlare del curioso nome del suo ultimo figlio (X AE A-XII).
Un rebrand, quello di Musk, che potremmo quasi definire lirico e, dunque, memorabile. Che piaccia o meno questo approccio, va ammesso che si tratta di una mossa coraggiosa, dirompente e decisamente astuta.
Il tempismo non è casuale
Per stravolgere una piattaforma iconica – sia formalmente che sostanzialmente – ci vuole carattere. Già, perché non si tratta solo di sostituire un uccellino (che costituisce uno dei loghi più riconoscibili in circolazione) con una X, ma di ridefinire il social dalle sue fondamenta.
Eliminare l’uccellino azzurro significa anche abbandonare l’intero ecosistema linguistico e semantico che gli gravitava attorno, fatto anche di immagini potenti che richiamavano all’essenza stessa di Twitter: un luogo in cui comunicare in modo sintetico, utilizzando poche parole, come i cinguettii degli uccelli. “Twittare”, insomma, è un verbo nato e morto sul web.
Da oggi via tutto, perché Musk ha deciso di dare un nuovo volto al suo social network. Lo ha fatto proprio ora, probabilmente per un motivo preciso: sfidare la concorrenza dandole in pasto le briciole di ciò che aveva tentato di copiare.
Il 6 luglio, infatti, Meta ha lanciato Threads, un facsimile dell’uccellino azzurro (ancora non disponibile in Europa), perfettamente integrato a Instagram. Ne è immediatamente nato uno scontro, in cui il team di Twitter ha accusato l’azienda di Zuckerberg “di appropriazione indebita di segreti commerciali”.
Se Musk, con la sua nuova X, ha davvero intenzione di iniziare un percorso verso la totale ridefinizione del social network, ci saranno più punti in comune con l’universo mediale di Meta rispetto a quanti ce ne siano oggi con il solo Threads.
La guerra è appena iniziata.
Lo stato futuro dell’interattività illimitata
Sulla questione si è espressa anche la nuova CEO, Linda Yaccarino.
X è lo stato futuro dell’interattività illimitata, incentrata su audio, video, messaggistica, pagamenti e attività bancarie, che creerà un mercato globale per idee, beni, servizi e opportunità. Potenziata dall’intelligenza artificiale, ci connetterà in modi che stiamo solo iniziando a immaginare.
La rivoluzione è appena iniziata.